CAINO CONTRO FIDEL
Guillermo Cabrera Infante,
uno scrittore tra due isole
Alejandro Torreguitart Ruiz
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Traduzione di Gordiano Lupi |
ISBN 9788876064944
– Pag. 180 – Euro 14 |
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“La mia colpa più grande è la colpa dell’esule: aver lasciato
la mia terra per essere un senza terra, aver abbandonato dietro
di me chi stava sulla stessa nave, che io ho aiutato a gettare
nel mare senza sapere che significava nel male. Ma io non
ho abbandonato la mia nave, è stata la mia nave ad abbandonare
me. Molti esuli cubani possono dire di non aver mai abbandonato
Cuba: è stata Cuba ad abbandonare loro. Ad abbandonare i migliori.
Posso fare un piccolo elenco, certo non esaustivo: il comandante
Alberto Mora, suicida; il comandante Plinio Prieto, fucilato;
il generale Ochoa, capro espiatorio. Ma l’esilio colma la
misura dell'abbandono più della morte, perché ci si sente
soli, ci si sente naufraghi di una barca alla deriva come
la nostra terra perduta”.
Caino contro Fidel non è un saggio biografico sulla vita di
Guillermo Cabrera infante, anche se l’autore racconta la vita
del più grande scrittore cubano del Novecento. Caino contro
Fidel è il romanzo della Rivoluzione Cubana e di tutte le
sue contraddizioni, scritto passando dalla prima alla terza
persona, imitando lo stile e ripetendo frasi dalle opere di
Cabrera Infante. Dopo essere stato l’ultimo traduttore italiano
di Cabrera Infante con il postumo La ninfa incostante (Minimum
Fax, 2012), ho deciso di curare l’edizione italiana di un
testo importante. In Italia non esiste un’opera sul romanziere
di Gibara, uno scrittore tra due isole, conteso tra la nostalgia
per L’Avana e una vita da esule a Londra. Ho aggiunto note
esplicative e riferimenti a testi italiani che l’autore cubano
non poteva conoscere per rendere più scorrevole la narrazione.
Gordiano Lupi
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